Romanzo storico Di fulmini e tempeste di Chiara Polita
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Chiara Polita: “Di fulmini e tempesta”

Romanzo storico – Marsilio Editori

Romanzo storico Di fulmini e tempesta di Chiara Polita

Recensione a cura di Manuela Moschin

Un viaggio emotivo nel passato che risuona nel presente

Intenso e struggente sono i primi due aggettivi che mi vengono in mente ripensando al romanzo storico Di fulmini e tempesta di Chiara Polita. Intenso, perché l’autrice ci conduce in un viaggio emotivo profondo, denso di tensioni interiori, fragilità umane e immagini potenti che scuotono la coscienza del lettore. Struggente, perché la narrazione attraversa un passato fatto di sofferenze, un passato che, purtroppo, continua a riverberare nel presente, nelle guerre di oggi, nei dolori collettivi che sembrano non trovare fine.

Un grido silenzioso contro la guerra

Nonostante la consapevolezza che certi errori non dovrebbero più ripetersi, i “corsi e ricorsi” sembrano tornare, in un loop esasperante che Chiara Polita mette in scena con grande professionalità e compassione. Il suo romanzo non è solo una testimonianza, ma un’opera sentitamente immersiva, che narra una forma di resistenza fatta di fatica quotidiana. Terminata la lettura, le sue pagine continuano a vibrare dentro come un’eco persistente. Ed è questa eco che ci si augura possa diventare un monito, un grido silenzioso ma potente per dire basta alla guerra.

Stile coinvolgente e memoria viva

La scrittura è brillante, ricca di descrizioni coinvolgenti e a tratti profondamente poetiche. Non è solo la trama a catturare, ma il modo in cui è raccontata. I personaggi, molti dei quali realmente esistiti, restituiscono una memoria viva e concreta degli avvenimenti storici accaduti nel Veneto orientale.

Tra le figure che la protagonista Maria, una partigiana riservata il cui carattere è stato temprato dalle dure prove della vita, incontra nel suo cammino, emergono nomi che hanno segnato la storia civile e spirituale della città, come Lucia Schiavinato, che rappresenta l’anima caritatevole, dedicata agli ultimi e ai sofferenti. Silvio Trentin è la voce della resistenza, dell’impegno politico e intellettuale per la libertà e la giustizia. Attilio Rizzo, geometra comunale e comandante della Brigata Eraclea, ha incarnato l’anima combattente della Resistenza locale. E poi c’è monsignor Saretta, figura luminosa di guida spirituale e di coraggio civile:

«La stanza profumava di carta. Saretta non scriveva solo con le mani, ma con tutto il corpo, tanto era intenso ciò che erompeva dalle sue parole. Non aveva paura di sporcarsi d’inchiostro, e neppure di immergersi negli incarichi che avessero come priorità quella di salvare vite»

Tratto dal romanzo Di fulmini e tempesta.

Romanzo storico Di fulmini e tempeste di Chiara Polita

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Sinossi

Una doppia vita tra apparizioni e segreti

Autunno 1943, Veneto orientale. Maria, quarantotto anni, lavora come operaia nello iutificio di San Donà di Piave. È una donna pragmatica, di poche parole, una figlia di quell’Italia rurale fatta di proverbi, vita pratica e rassegnazione. Grazie a una collega più giovane, entra in contatto con i partigiani del Basso Piave e, dando una scossa alla propria vita, decide di unirsi alla brigata Eraclea, guidata dal comandante Attilio Rizzo.

A poco a poco, la sua vita prende a scorrere su due vie parallele – quella dell’apparenza e quella della segretezza – finché, nel gennaio del 1944, le viene affidato Giacomo, un bambino ebreo sfuggito alla deportazione: dovrà nasconderlo e proteggerlo. Alla donna, però, spetta anche un altro compito: custodire una mappa sulla quale un partigiano, prima di morire, ha annotato frasi enigmatiche, con due nomi da svelare.

Una minaccia, o persone da salvare? Nel frattempo, sulle tracce del gruppo condotto da Rizzo, da Venezia arrivano Bufera e Vito, due giovani fascisti che – affiancati da Zanlevio, violento esponente delle Brigate nere – danno avvio a una caccia serrata che costringerà Maria a imbracciare le armi per guardare in faccia non solo il futuro della sua gente, ma anche il proprio passato.

Tra missioni, misteri e il fiume Piave

Tra avventurose missioni condotte nelle terre di bonifica, arresti, rappresaglie, misteri da sbrogliare e perdite dolorose, ad accompagnare la protagonista di questo romanzo è l’acqua della Piave, con le sue sfumature di vita e di morte: mese dopo mese, anno dopo anno, Maria, proprio come il fiume, non si lascia imporre argini, facendo della libertà, del coraggio di rialzarsi e della capacità di amare la spinta che è la sola in grado di tenerla in vita.

Con uno stile carico di suggestione e della pietas che accomuna le migliori opere del Neorealismo italiano, Chiara Polita racconta la Resistenza attraverso le scelte e il corpo di una partigiana che, trovando la forza di reagire, esce dall’anonimato e, in prima linea al fianco degli uomini, conquista la propria emancipazione.

L’autrice

Chiara Polita

Chiara Polita (1974) vive e lavora a San Donà di Piave. Laureata in Conservazione dei beni culturali, ha operato per molti anni in ambito museale, e attualmente svolge la propria attività professionale in campo culturale, tra divulgazione, didattica, ricerca e organizzazione di eventi.

Sito web: chiarapolita.it

Chiara Polita, Romanzo storio "Di fulmini e tempesta". Marsilio Editori

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