In mostra al Museo Peggy Guggenheim di Venezia.
A cura di Manuela Moschin
L’articolo è stato scritto per il sito La voce di Venezia Clicca qui per il link La Voce di Venezia Mi potete seguire anche nel gruppo Facebook Storie di Libri Clicca qui: Link Storie di Libri e nella pagina Facebook Librarte. https://www.facebook.com/librarte.blog
Edmondo Bacci. L’energia della luce è la suggestiva mostra visitabile fino al 18 settembre 2023 al Museo Peggy Guggenheim di Venezia. Edmondo, nato a Venezia nel 1913, sviluppò un particolare interesse per il colorismo veneziano di Giovanni Bellini, Giorgione e Giambattista Tiepolo. Peggy Guggenheim, la mecenate di Bacci, affascinata dal suo linguaggio permeato di luce e colore nei suoi confronti si espresse così:
“E non ha niente di superfluo, ma, come per ogni opera fortemente estetica (Bacci) è semplice, vivo e intenso. Per lui il colore è un conflitto di potenze e la materia vive di questa tensione, sensibile e luminosa” (Peggy G., 1958).
Il Museo ospita anche opere mai esposte in Italia, come quelle provenienti dal Museum of Modern Art di New York. Il percorso inizia con una serie di dipinti realizzati tra il 1945 e il 1953 intitolati Fabbriche e Cantieri, per i quali il pittore si è ispirato osservando l’area industriale di Porto Marghera. Qui l’artista si espresse utilizzando soltanto i bianchi e i neri. In seguito la sua pittura astratta assunse nuove caratteristiche linguistiche, nelle quali predominano infinite cromie. Nel 1954 l’attenzione si rivolse verso le cosiddette Albe, dove emergono esplosioni di luce. Negli Avvenimenti invece il colore diventa spazio, in cui gli elementi primari della creazione, a volte mescolati alla sabbia, si fondono con decisa energia. Ma è con lo Spazialismo di Lucio Fontana (Rosario, Argentina, 1899 – Comabbio, 1968) che Bacci entra in contatto negli ultimi anni di attività. Nel 1947 venne fondato il movimento spaziale secondo cui veniva rifiutata l’immagine naturalistica per dare maggiore attenzione alla luce, al suono e al vuoto spaziale. In quell’anno Fontana tornò a Milano per diffondere questa sua nuova concezione sullo spazio contenuta nel Manifiesto Blanco, pubblicato a Buenos Aires. Il movimento Spazialista, nato in Argentina, operava in collaborazione con la Galleria del Cavallino di Venezia, fondata nel 1942 da Carlo Cardazzo e frequentata da Edmondo Bacci. Oltre a questa, Cardazzo istituì a Milano la Galleria del Naviglio.
Le celebri opere di Lucio Fontana raffiguranti dei tagli sono una riflessione sullo spazio e sul tempo, dove la tela è lo spazio, mentre il taglio è il tempo, quello che occorre all’artista per eseguire l’opera. È dunque la realtà scientifica e tecnologica a interessare il movimento spazialista. Complice di questo cambiamento nell’arte fu la Seconda Guerra Mondiale, dopo la quale si è verificata una trasformazione profonda, in cui il desiderio di ricominciare coinvolse anche la scienza e la tecnologia. È il gesto ad attrarre i pittori spazialisti, che fu individuato nel Manifesto tecnico dello Spazialismo del Colore, suono, movimento, spazio.
Sono Manuela Moschin, scrittrice, nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte. La mia opera prima è “ātman”. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti, deceduta, la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri. Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.