Un romanzo che rimane impresso per sempre
Recensione – Novità in libreria
A cura di Manuela Moschin.
Mi potete seguire anche nella Pagina Facebook LibrArte.eu https://www.facebook.com/librarte.blog
Il romanzo “Eravamo immortali” di Marco Cassardo è uno di quei libri che rimane impresso per sempre, uno di quei capolavori che vorresti diventasse un film, probabilmente perché la bella scrittura di Cassardo stimola l’immaginazione visiva. Viene naturale immedesimarsi nelle situazioni dei personaggi, soprattutto perché il libro tratta fatti storici veramente accaduti.
Complici di questa ottima riuscita risultano essere diversi fattori. A iniziare dai dialoghi realistici tra i protagonisti, dalle descrizioni delle scene, dal modo in cui i capitoli sono articolati, poiché ognuno di loro inizia con una data precisa a partire dal 23 aprile 1939 fino al 10 luglio 2000. Ciascun capitolo si sofferma su alcuni episodi che segnarono la nostra storia, come la ritirata di Russia del 1943, le condizioni dei lavoratori con le lotte operaie alla Fiat, il Sessant’otto e il terrorismo.
Sessant’anni di storie e di storia dunque, dove vengono ripercorse una serie di vicende capitate a due giovani torinesi, ossia al comunista operaio Steu e al fascista caporeparto Nando, figure con ideologie divergenti, il cui rapporto di amicizia è perennemente in contrasto, anche se permane in loro quel sentimento di affetto che li tiene uniti fino alla vecchiaia. D’altronde il vero amico si vede nei momenti difficili, come si suol dire.
Il libro si apre con una corsa in bici, una passione che accomuna i due amici. La guerra turba le loro vite, ma il destino li fa incontrare di nuovo, persino durante la campagna in Russia, dove l’autore descrive il dolore con assoluta capacità narrativa. Scene crude come questa: «I morti scaricati dalla slitta vennero coperti con teli da tenda.
Una bottiglietta contenente le generalità venne collocata accanto a ogni salma. La si coprì di terra, si piantò su di essa una croce di legno con inciso nome e cognome e si appoggiò l’elmetto alla sommità». Altri personaggi, come mogli, figli e compagni di guerra arricchiscono quest’opera letteraria che consiglio vivamente di leggere.
Scopri di più su questo affascinante libro e lasciati coinvolgere dalla sua storia. Clicca nel link per acquistarlo su Amazon e inizia la tua avventura di lettura! https://amzn.to/3YkbMZj
Sono Manuela Moschin, scrittrice, nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte. La mia opera prima è “ātman”. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti, deceduta, la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri. Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.