Arte

Cristo flagellato di Tiziano Vecellio

Cristo flagellato. Vecellio Tiziano
(Pieve di Cadore 1488-90 - Venezia 1576). 1568 circa, olio su tela, cm.87x62,5. Galleria Borghese. Roma
Cristo flagellato. Tiziano Vecellio. 1568 circa, olio su tela, cm.87×62,5. Galleria Borghese – Roma

A cura di Manuela Moschin

Cristo flagellato nella luce e nel pathos

Tiziano Vecellio realizzò Il Cristo flagellato intorno al 1568. In questa tela, la figura di Gesù emerge dalla penombra, investita da un fascio di luce che ne esalta il corpo martoriato. L’illuminazione drammatica e il sapiente gioco chiaroscurale non solo valorizzano la fisicità del Cristo, ma amplificano l’impatto emotivo della scena, suscitando nello spettatore una profonda compassione per il sacrificio divino.

L’espressione del volto, segnata dal dolore e dalla rassegnazione, testimonia la straordinaria capacità di Tiziano di infondere pathos nelle sue opere, trasformando la rappresentazione religiosa in un’intensa riflessione sull’umanità del dolore. I toni caldi e profondi, uniti alla tecnica ormai matura delle pennellate libere e sovrapposte, conferiscono all’opera un’atmosfera drammatica e coinvolgente.

Conservazione del capolavoro di Tiziano

Conservato oggi alla Galleria Borghese di Roma, Il Cristo flagellato è considerato uno degli ultimi capolavori del maestro cadorino.

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