
A cura di Manuela Moschin
Villa Barbaro di Palladio: la maestosità degli affreschi di Veronese
Immersa nel verde delle colline Asolane si erge maestosa la Villa Barbaro-Volpi di Masèr, una villa veneta costruita da Andrea di Pietro della Gondola, detto Palladio, tra il 1550 e il 1560 per i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, le meravigliose decorazioni interne ad affresco sono del pittore Paolo Caliari, detto il Veronese, e realizzate con la collaborazione del fratello Benedetto e dello scultore Alessandro Vittoria.
La villa è composta da un blocco centrale e da due ali simmetriche, costituite da strutture a uso agricolo chiamate barchesse, destinate a magazzini, e da due corpi alle estremità. La parte centrale, chiusa da un timpano, richiama un tempio antico ed è formata da colonne. La tipologia risale al tempio tetrastilo, appellativo usato per gli edifici antichi che hanno sulla fronte quattro colonne, che Palladio aveva studiato a Roma.
L’architettura della villa e l’influenza palladiana
La facciata della villa venne eseguita a bugnato dolce, mentre nel fianco della collina si trova il ninfeo, un corpo semicircolare che chiude il giardino sul retro. Realizzato da Alessandro Vittoria e dai suoi aiuti, il ninfeo è costituito da statue di divinità fluviali e satiri, che arricchiscono l’area con un tocco mitologico. La villa, dichiarata nel 1996 “Patrimonio Mondiale” dall’U.N.E.S.C.O., è un capolavoro che unisce la maestosità dell’architettura palladiana con la bellezza dei giardini e delle sculture.
Gli affreschi di Paolo Veronese: un capolavoro di illusionismo pittorico
La villa è arricchita dalle decorazioni a fresco di Paolo Veronese, che ha saputo creare una perfetta fusione tra l’architettura palladiana e la pittura illusionistica. I suoi affreschi riproducono scenari fantastici attraverso sfondamenti prospettici che danno l’illusione di finestre, porte e colonne, mentre il colorismo brillante arricchisce ogni scena. Tra i punti salienti ci sono la Sala a Crociera, con la sua pianta cruciforme e gli arcati sorretti da colonne corinzie, e la Sala dell’Olimpo, con figure mitologiche dipinte sulle pareti e sui soffitti.
La simbologia degli affreschi e il legame con la vita quotidiana
I soffitti della villa sono popolati dagli dèi e dalle figurazioni allegoriche, mentre le pareti ritraggono scene della vita domestica. Alle lunette della sala si trovano le Quattro Stagioni, mentre nell’ottagono centrale è raffigurata l’Armonia Universale, circondata dagli dèi dell’Olimpo. La rappresentazione di Giove, Marte, Apollo, Venere, Mercurio, Diana e Saturno conferisce un’atmosfera divina e simbolica agli spazi interni della villa. L’effetto di fastosità degli affreschi è dato dal sapiente uso dei colori complementari e dall’accostamento di toni caldi e freddi, che creano scenari vividi e armoniosi.













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Sono Manuela Moschin, scrittrice, nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte. La mia opera prima è “ātman”. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti, deceduta, la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri. Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.