Sofonisba torna in Italia
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Sofonisba torna in Italia, il romanzo di Luciana Benotto.

Recensione di Manuela Moschin

A cura di Manuela Moschin

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Si conclude con il terzo volume intitolato “Sofonisba torna in Italia” La Vita Felice Editore, la trilogia dedicata a Sofonisba Anguissola (Cremona, 1532 – Palermo, 1625), la meravigliosa biografia romanzata di Luciana Benotto, una valente scrittrice laureata in lettere moderne e appassionata di arte. Attendevo con fervore di conoscere il finale delle intrigate vicende di questa eccezionale pittrice manierista che visse fino a 93 anni, le cui doti artistiche si coniugano in modo sorprendente con il suo carattere amabile di donna forte, energica, intelligente e affascinante. Ora che ho terminato di leggere i tre libri a lei dedicati, comprendo la particolare predilezione della Benotto per Sofonisba perché ella, oltre a essere stata un’eccellente pittrice, ebbe una vita travagliata quanto travolgente. Con questo terzo tomo, la storia prosegue narrando le vicende di Sofonisba dal momento in cui, partita dalla corte spagnola, si dirige verso la Sicilia per conoscere il suo sposo Fabrizio Moncada, secondo genito del principe di Paternò. Da qui in poi, in sintonia con il suo intrigante passato, nella vita di Sofonisba accadranno continui colpi di scena veramente incredibili. Rimasta vedova si sposta a Genova, dove durante il viaggio incontra… Ma questo passo lo potrete conoscere leggendo il romanzo. Non vi anticipo nulla della trama per non togliervi il piacere della lettura. Sofonisba comunque era una donna molto emancipata che potrebbe sembrare dei nostri tempi. Sapeva infondere ai suoi dipinti una particolare vividezza, soprattutto alle espressioni dei volti che appaiono spontanei nel suo ricercato dinamismo. Mi è piaciuto molto il passaggio in cui Sofonisba spiega la sua tecnica al pittore Antoon van Dyck:«Siete un artista famoso, signor van Dyck, non avere certo bisogno di consigli. Comunque, se proprio tenete alla mia opinione, vi dirò che per rendere espressivo un volto bisogna studiarne i minimi dettagli: dove scrutare chi avete davanti così come un astronomo scruta il cielo di notte per catturare le stelle più nascoste». Sofonisba, tra i vari artisti noti che ebbe il piacere di incontrare, conobbe anche Pieter Paul Rubens: «Sofonisba voglio presentarvi questo valente pittore che viene dalle Fiandre.»«Dalle Fiandre? Un luogo che conosco.» Tutte si volsero verso di lei con interesse. «Sono Pieter Paul Rubens. Siete proprio voi la grande Sofonisba Anguissola?» Le annuì mentre sul viso le fioriva un sorriso, e alle dame crebbe il vanto di trovarsi lì, in intimità con lei».

Nell’autoritratto riportato sulla copertina del romanzo, Sofonisba si ritrae mentre sta dipingendo una Madonna col Bambino. È la luce morbida, la minuzia nella resa dei dettagli, la dolcezza e l’intensità dello sguardo a catturare la nostra attenzione. Nel riportare i miei apprezzamenti ho avuto difficoltà nella scelta delle infinite sensazioni e dei tanti insegnamenti che ho tratto leggendo questo favoloso romanzo storico/artistico. Leggere i libri di Luciana significa addentrarsi nella vita dei personaggi rivivendo le loro storie con tanto, tanto trasporto emotivo e passionale. Ma la mia stima per l’autrice si concentra soprattutto sulle sue modalità narrative sempre coinvolgenti, poiché le esperienze personali dei soggetti implicati nel racconto riguardano conversazioni biografiche realmente accadute. Quando ci immergiamo nei suoi libri, intensi e documentati, siamo dunque certi della veridicità storica degli eventi, dato che la scrittrice per la loro stesura si documenta, non solo attraverso lo studio di volumi di arte e di storia, eseguendo quindi ricerche approfondite, ma anche recandosi di persona nei luoghi in cui Sofonisba visse. Per chi dovesse già conoscere i romanzi di Luciana, alcuni personaggi potrebbero risultare familiari, in quanto furono presenti anche nei due volumi precedenti. La trama è dinamica, ricca di curiosità, aneddoti, informazioni relative alla storia, alla letteratura e alla storia dell’arte con spiegazioni assolutamente esaustive che nei contenuti soddisfano la sete di sapere. Lo stile dell’autrice è impeccabile, consono al periodo storico con descrizioni a tratti poetiche. Luciana ha studiato nei minimi particolari gli usi, i costumi e le tradizioni dell’epoca in un notevole lavoro di ricerca storica e artistica per restituire un romanzo di grande valore letterario. Per poter conoscere i precedenti volumi di Luciana Benotto, dedicati alla vita e alle opere di Sofonisba, vi lascio inoltre i link delle altre due mie recensioni:

Primo Volume: https://www.librarte.eu/post/sofonisba-di-luciana-benotto

Secondo Volume: https://www.librarte.eu/post/sofonisba-alla-corte-del-re-di-luciana-benotto-la-vita-felice-editore

Qui di seguito troverete il dipinto “La Madonna dell’Itria” di Sofonisba Anguissola con la descrizione tratta dal terzo romanzo “Sofonisba torna in Italia” di Luciana Benotto:

«Al centro del quadro aveva posto la Madonna dell’Odigitria, che i paternesi chiamavano dell’Itria, ritenuta protettrice dei viaggiatori. La Vergine, vestita con un abito rosso e un mantello verde, sorreggeva il bambino che col ditino indicava il Paradiso. Ella sedeva su un enorme feretro sorretto da due monaci basiliani dalle barbe canute e da due angeli, mentre altri due, vestiti d’arancio, la incoronavano, intanto che alti rappresentanti del clero e dei notabili si inchinavano al passaggio della bara contenente le spoglie del defunto. La scena era inserita in un paesaggio rupestre e marino al tempo stesso, e in quelle acque che fungevano da fondale si vedevano due fragili vascelli che alludevano, per chi volesse capirlo, alla misteriosa morte del suo congiunto. Quel giorno lei era alle prese con il cielo, che stava dipingendo gonfio di nubi nere, segno dell’indignazione celeste per l’assassinio del suo povero marito.»

Sofonisba Anguissola “Madonna dell’Itria” 1578-1579, olio su tavola, 239,5 x 170 cm. Paternò, Parrocchia Santa Maria dell’Alto, chiesa dell’ex monastero della Santissima Annunziata.

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