
A cura di Manuela Moschin
L’enigma dell’Autoritratto di Leonardo
“Leonardus Vincius Ritratto di se stesso assai vechio” (Il Ritratto di lui stesso assai vecchio) è la scritta presente sul margine inferiore dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci.
L’immagine ritrae un uomo vecchio e saggio dallo sguardo corrucciato. Sul volto compaiono delle rughe profonde, i capelli sono lunghi, la folta barba è disegnata con grande precisione e sul cranio l’artista creò un effetto calvo, tracciando solamente poche linee.
L’Autoritratto di Leonardo e altri suoi dodici disegni sono conservati nel caveau della Biblioteca Reale di Torino (Fig.3)
Una storia collezionistica affascinante
L’opera faceva parte della collezione di Giovanni Volpato che, oltre all’autoritratto, comprendeva anche altre opere di grande pregio come il “Ritratto di fanciulla, presunto studio per il volto dell’angelo della Vergine delle Rocce” (Fig.2) (considerato dallo storico dell’arte Bernard Berenson “Il disegno più bello del mondo”), “Ercole e il leone Nemeo”, “Nudi per la battaglia di Anghiari”, “Testa virile di profilo incoronata d’alloro”.
Alla morte di Leonardo, avvenuta nel 1519, i manoscritti e i disegni furono ereditati dal collaboratore Francesco Melzi. Dopo il suo decesso tutta la collezione, compreso l’autoritratto, venne dispersa dai suoi figli. L’opera venne recuperata grazie al collezionista Giovanni Volpato, che l’acquistò probabilmente in Inghilterra o in Francia, vendendola successivamente a Carlo Alberto di Savoia.
Identità, mistero e interpretazioni
Nel tempo l’Autoritratto suscitò grande interesse e fascino a partire dalla sua effettiva identità, dalla sua provenienza e dal suo autore. Sono sorte numerose perplessità rispetto alla scritta situata a sinistra del recto del foglio. Non è nota, infatti, la sua datazione, ma soprattutto l’artefice che la redasse. Esiste anche una ricca bibliografia che riconosce nel ritratto la fisionomia di filosofi come Pitagora o Demostene, oppure il volto del padre di Leonardo, ovverosia Piero da Vinci.
Disegni tra arte e scienza
I disegni di Leonardo rappresentano una preziosa testimonianza delle sue ricerche, che non si riferivano soltanto alla produzione artistica. Essi furono uno strumento utilizzato per le sue indagini scientifiche rivolte a numerosi campi del sapere. Essi, inoltre, sebbene vennero realizzati molto spesso con strumenti monocromatici come l’inchiostro e la sanguigna, dimostrano l’abilità di Leonardo nel creare un senso di profondità e un realismo straordinario. Le sue figure compaiono sulla carta con una leggerezza e raffinatezza magnifica, sembrano tutte volteggiare nello spazio attraverso i delicati trapassi tra l’ombra e la luce.
Giorgio Vasari scrisse che “Leonardo non lasciò mai di disegnare”, sono infatti moltissimi i disegni dell’artista conservati nelle maggiori biblioteche e raccolte nel mondo.
L’osservazione di Carlo Pedretti
Lo storico dell’arte Carlo Pedretti (1928-2018), esperto della vita e delle opere di Leonardo da Vinci, scrisse:
“Chi osserva il disegno di Torino anche solo in riproduzione, non può fare a meno di riflettere sulla straordinaria potenza espressiva alla quale contribuisce lo stesso formato della carta, che è infatti maggiore di quello di qualsiasi altro ritratto disegnato da Leonardo”.


Vi ringrazio
Manuela
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Sono Manuela Moschin, scrittrice. Sono nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte.
La mia opera prima è “ātman”, che in sanscrito è traducibile come soffio vitale o coscienza spirituale, una raccolta di poesie che fonde in un equilibrato mix la storia dell’arte con la mia predilezione per gli insegnamenti legati alla filosofia indiana. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti (deceduta nel 2004) la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri.
Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.
Collaboro con “La Voce di Venezia” curando la rubrica radiofonica Voce d’Arte, trasmessa ogni giorno alle 12:30 sulla loro web radio, dove racconto e approfondisco temi legati al mondo dell’arte. Il link per il collegamento: https://www.lavocedivenezia.it/player.html
Altre collaborazioni: “lavocedivenezia.it”;“valledaostaglocal.it”; “alessandria.today”; “solofraoggi.it”
Pubblicazioni:
2023 – Un giglio bianco al 4910 -poesie–
2022 – Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte -saggio–
2022 – Risveglio -storie–
2021 – ātman -poesie–
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