conservata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
A cura di Manuela Moschin
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In questo dipinto di grandi dimensioni intitolato Crocifissione di Paolo Caliari, detto il Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 1588) sono assenti quelle atmosfere chiare che caratterizzano le sue antecedenti opere. L’epidemia di peste che esplose a Venezia nel 1575 contribuì a rendere i suoi lavori più cupi. È nei gesti dei personaggi che si acuisce la drammaticità della scena. Si avverte un senso di angoscia osservando anche il cielo coperto di nuvole grigie e quel cadavere che sembra uscire da una tomba, come allusione alla resurrezione. Sullo sfondo verso il lato destro del dipinto si trova Gerusalemme. Le croci di Cristo e quelle dei due ladroni sono collocate in un angolo a sinistra con la Maddalena e Maria, la quale mentre sviene è assistita dalle pie donne. Gesù è investito da un fascio luminoso che si riflette sulla Maddalena. Tutta la tela è occupata da un numero considerevole di figure che si muovono animatamente. Verso il 1830, dopo la demolizione della chiesa di San Niccolò della Lattuga, situata vicino alla Basilica dei Frari, l’opera venne trasferita alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove tutt’oggi è conservata.