Museo del Settecento Veneziano
A cura di Manuela Moschin
Venezia pullula di meravigliosi palazzi che, alternati alle pittoresche abitazioni, arricchiscono la città lagunare di perle preziose, come il celebre Palazzo Ca’ Rezzonico, che domina il percorso di Canal Grande, che va da San Tomà fino all’Accademia.
Commissionato dal Procuratore di San Marco Filippo Bon, l’edificio venne progettato dal massimo esponente del barocco veneziano Baldassare Longhena (1597-1682), che realizzò anche il Palazzo Ca’ Pesaro e la basilica della Madonna della Salute. I lavori di Ca’ Rezzonico vennero iniziati nel 1667, ma furono interrotti a causa della morte di Longhena.
Nel 1750 Giambattista Rezzonico acquistò la dimora facendo completare i lavori all’architetto Giorgio Massari (1687-1766), che pare mantenne lo stile del progettista, portando a termine il secondo piano, la facciata, la scalinata d’acqua, l’atrio e lo scalone. L’architetto Massari è famoso per aver progettato la chiesa dei Gesuati e quella della Pietà.
Ca’ Rezzonico inizialmente nacque come abitazione, tanto è vero che nel 1810, con l’estinzione della casata dei Rezzonico, il palazzo venne privato degli arredi per essere acquistato nel 1935 dal comune di Venezia che, dopo qualche anno, lo trasformò nel noto Museo del Settecento Veneziano, in cui sono conservati affreschi di Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico, dipinti di Pietro Longhi, Rosalba Carriera, le tele dei vedutisti Canaletto e Francesco Guardi, una stupenda scultura in marmo di Antonio Corradini. Suggestivo è il monumentale Salone da ballo (Fig. in basso) i cui affreschi vennero realizzati da Giovanni Battista Crosato, dove al centro del soffitto appare il carro di Apollo, che alzandosi in volo viene trainato da quattro cavalli bianchi, attorniato da figure allegoriche.
Per la finta architettura dipinta collaborò Gerolamo Mengozzi detto il Colonna, celebre per le sue creazioni illusionistiche di grande effetto, le cui colonne in marmo grigio sorreggono un architrave in rosso di Verona.
Al centro della parete, di fronte all’ingresso, emerge il grande stemma di famiglia, le cui aquile bicipiti sono replicate su tutti i capitelli delle colonne. Lungo le pareti vi sono opere scolpite da Andrea Brustolon, uno dei più grandi scultori di legno del Barocco.
È nella Sala dell’Allegoria nuziale (Fig. in alto) che Giambattista Tiepolo (Venezia, 1696 – Madrid, 1770) in collaborazione con il figlio Giandomenico e il già citato Colonna, in occasione del matrimonio celebrato il 16 gennaio del 1758 tra Ludovico, nipote di papa Clemente XIII Rezzonico e futuro procuratore di San Marco, e Faustina Savorgnan, elaborò il grande affresco L’Allegoria nuziale.
La coppia di sposi, circondata da figure allegoriche, giunge sul carro del sole, preceduta da Cupido bendato. La Fama squilla la tromba; intervengono anche le tre Grazie assise su una nube e la Sapienza. Un vecchio con la barba, coronato di lauro personifica il Merito. Sta reggendo lo spettro e la bandiera con gli stemmi delle famiglie degli sposi. Ai suoi piedi è situato il Leone di San Marco, simbolo di Venezia.
La luce, il colore, la dinamicità e il tipico cielo chiaro di Tiepolo immergono lo spettatore in un’atmosfera luminosa, in cui la scena emerge in una dimensione teatrale di intensa suggestione.
Per quanto riguarda i dipinti, il Palazzo vanta la presenza di moltissime opere preziose, come quella del pittore neoclassico Anton Raphael Mengs.
Si tratta dell’eccellente Ritratto del pontefice Clemente XIII Rezzonico realizzato nel 1758, quando il cardinale Carlo Rezzonico, figlio di Giambattista Rezzonico, venne eletto papa. Della pittrice veneziana Rosalba Carriera, le cui doti furono apprezzate dalle principali corti europee, sono esposti numerosi ritratti a pastello. La pala raffigurante la Cristo in croce e la Maddalena di Giambattista Langetti è una delle opere più struggenti presenti nel Palazzo. I
l pittore friulano Luca Carlevarijs, celebre per le sue vedute, dipinse Veduta di un porto fluviale, che riporta elementi architettonici derivanti dai suoi studi effettuati a Roma. E poi ancora si può ammirare l’opera Morte di Dario di Giambattista Piazzetta. Spiccano due capolavori del pittore veneziano Giovanni Antonio Canal, conosciuto come il Canaletto, che realizzò la Veduta del rio dei Mendicanti e il Canal Grande da Ca’ Balbi verso Rialto.
Acquistati dal comune di Venezia nel 1983, un tempo facevano parte della collezione dei principi von Liechtenstein a Vienna. Di Marco Ricci, Francesco Zuccarelli e Giuseppe Zais sono esposti suggestivi paesaggi. È inoltre fondamentale conoscere la prestigiosa Collezione Ferruccio Mestrovich, situata all’interno della struttura, dove si possono ammirare opere di Jacopo Tintoretto, Bonifacio de’ Pitati, Francesco Guardi, Alessandro Longhi, Cima da Conegliano, Jacopo Amigoni.
Visitare il Palazzo Ca’ Rezzonico è un’ottima occasione per immergersi in un ambiente veneziano di notevole importanza, in cui i raffinati saloni storici e le opere d’arte esposte rappresentano un vasto e inestimabile patrimonio.
Sono Manuela Moschin, scrittrice, nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte. La mia opera prima è “ātman”. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti, deceduta, la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri. Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.